Saturday, March 28, 2009

SodaPop's Marco Giorcelli reviews TBWCAN

Recentemente qualcuno lo ha definito dreamcore: un fumoso intruglio di loops, onirico shoegaze ed eteree santità di sapore Cocteau Twins (Treasure ovviamente!). I mantra che ne scaturiscono sono interessanti ed è inevitabile rimanerne sedotti, come del resto di qualsiasi cibo eccessivamente speziato o zuccheroso! Il rischio è che tal abuso di incenso e miele alla lunga sgogni. Il recente risveglio di un certo fragore noise (siamo finalmente al recupero dei novanta!) mi porta a pensare che, invece, questa forma di minimalismo, dignitoso e ben costruito, conduca principalmente ad una sorta di assopimento sensoriale. Le dichiarazioni d'intenti della bella Sky Lynn (chitarra e voce) riportano alla luce vecchi bauli (cito esplicitamente) di fotografie in bianco e nero dove i ricordi, appena percepibili nei frammenti più profondi della memoria, evocano nostalgie reali (ed indotte). Insomma, benchè provenga da Seattle, la band, ormai al terzo LP, viaggia a mani giunte con il pendolino al centro alla ricerca di fantasmi e premonizioni di una non ben definita mente collettiva. L'unica osservazione che mi sembra di dover sottolineare è che navigando entro tali suggestioni il pericolo è proprio quello di isolarsi completamente dal mondo circostante che, inutile dirlo, ha quotidianamente bisogno di materia e sostanza. Non me ne vogliano gli eterni sognatori.

English Translation via free webiste:

Recently someone it defined it dreamcore: a smoky concoction of loops, dreamlike shoegaze and ethereal sanctity of taste Cocteau Twins (Treasure obviously!). The mantra that spring I am interesting of it and is inevitable to remain seduced it, like besides of any food ecessively speziato or sweet! The risk is that tal I abuse of incense and honey to the long sgogni. The recent one I awaken of a certain roar noise (we are finally to the I recover of ninety!) carries to think myself that, instead, this shape of minimalismo, decorous and quite built, conduca mainly to a sensory sort of drowsiness. The declarations of you institute of the attractive Sky Lynn (guitar and voice) restore to the old light trunks (I cite unequivocally) of black and white photographs where the memories, just percepibili in the deepest fragments of the memory, evoke real nostalgia (and armatures). Well, benchè comes from Seattle, the band, now to the third LP, travels to hands arrived with the commuters to the center to the search for phantoms and premonitions of a not quite definite collective mind. The sole observation that seems me of dover to underline is that sailing within such suggestions the danger is actual that of to isolate itself completely from the neighboring world that, useless to say it, has daily need of matter and substance. Me not they the eternal dreamers may want of it.

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